In un piovoso venerdì di febbraio, Gerardo Pavese viene trovato sgozzato nel bagno del suo appartamento, in un anonimo palazzone del quartiere Tiburtino. Ausilio Serafini, un ex poliziotto cupo e deluso dalla vita che quel giorno stava andando proprio a far visita alla vittima, un conoscente di vecchia data, si ritrova suo malgrado coinvolto nelle indagini. Serafini è un uomo massiccio con gli occhi duri e il naso storto; alle spalle ha una giovinezza arida e violenta e un matrimonio affogato nel rancore. Dopo aver lasciato la divisa per non essere riuscito a fare i conti con un giro di prostituzione minorile riservato a clienti intoccabili, è finito “nei sotterranei del mondo, in tutti i sensi”. Chi può aver inflitto una morte così efferata a un pensionato che conduceva una vita modesta e ritirata e il cui unico svago era cenare il venerdì in trattoria con un gruppo di amici? Serafini scoprirà che il mondo oscuro nel quale passo dopo passo è costretto a addentrarsi è lo stesso dal quale molti anni prima aveva tentato di fuggire. E che esiste a Roma una rete assassina invisibile ma potentissima che lega i piani più alti a quelli più sordidi della città. Sullo sfondo di una Capitale in disfacimento, popolata di un’umanità feroce e dolente, Stefano Brusadelli ordisce con lingua nitida e impeccabile un perfetto intreccio noir, ma anche una sorprendente riflessione sul rapporto tra il caso e il destino, e sulla vendetta come gesto tragico ma a volte necessario per regolare i conti con la propria esistenza.