Quando, nell’ottobre 2017, i telescopi dell’osservatorio delle Hawaii intercettarono un oggetto interstellare mentre attraversava il nostro sistema solare, l’ipotesi che si trattasse di un manufatto extraterrestre suscitò le perplessità di gran parte della comunità scientifica. Eppure, la probabilità che ‘Oumuamua, l’«esploratore» – così venne battezzato l’oggetto sconosciuto -, fosse il prodotto di una più evoluta tecnologia aliena rimane elevata. Negli ultimi anni, le prove della presenza di forme di vita e di civiltà extraterrestri, e del loro interesse nei nostri confronti, sono aumentate e nel 2022 il governo degli Stati Uniti ha ammesso la possibilità di fenomeni aerei non identificati, mobilitando risorse e finanziamenti al fine di confermarne l’esistenza. Ma cosa succederà quando le evidenze raccolte si riveleranno inconfutabili? Per Avi Loeb, direttore del dipartimento di astronomia alla Harvard University, quel momento non è affatto lontano. I nostri «vicini cosmici» stanno bussando alla porta e dovremo essere pronti ad accoglierli. Perché da questo dipenderà il futuro della specie umana. Sappiamo infatti che un giorno il Sole si espanderà distruggendo la Terra. E sappiamo anche che le guerre, le epidemie, i cambiamenti climatici, il progressivo degrado della «biglia blu» che ci ospita rappresentano per noi una concreta minaccia esistenziale. L’umanità si trova quindi di fronte a un bivio: estinguersi oppure avventurarsi tra le stelle, verso altri pianeti e oltre il sistema solare. A quel punto, l’incontro con una civiltà molto più progredita della nostra sarà inevitabile. Combinando scienza, fisica e filosofia, Avi Loeb ci mostra come, ancora una volta, la nostra sopravvivenza dipenderà dalla nostra capacità di affidarci alla scienza, perché il futuro è là dove noi umani vorremo spingerci, là dove le attuali e future conoscenze ci consentiranno di arrivare.
Avi Loeb, già direttore del dipartimento di astronomia alla Harvard University, guida fin dalla fondazione la Black Hole Initiative dello stesso ateneo e l’Institute for Theory and Computation inserito all’interno dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Nel 2012 è stato incluso dal «Time» fra le venticinque persone più autorevoli in merito alle ricerche sullo spazio e dal 2016 è presidente della Breakthrough Starshot Initiative, impegnata a realizzare un veicolo in grado di raggiungere Alpha Centauri, il sistema solare più vicino al nostro. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Non siamo soli (Mondadori 2022).